Federico Freschi ci racconta della sua esperienza come autore di Manga Issho

Nel secondo numero di Manga Issho, il nostro docente Federico Freschi ha disegnato una delle storie presenti nel volume. Per l’occasione abbiamo deciso di fargli qualche domanda su questa nuova interessante esperienza nella prima rivista europea completamente dedicata al global manga, sentiamo cos’ha da dire.

Raccontaci di cosa parla la tua storia che verrà pubblicata nel secondo volume di Manga Issho e cosa i lettori si potranno aspettare da essa.

Il mio primo capitolo su Manga Issho, realizzato insieme allo sceneggiatore Davide Sarti, si chiama “Hell School”: è uno shonen dai toni umoristici in cui tre diavoli si trasformano in studenti delle superiori per infiltrarsi in un liceo umano e spingere i compagni a compiere peccati. Purtroppo per loro una ragazza incredibilmente pura gli metterà i bastoni tra le ruote, con risultati inaspettati al limite dell’assurdo!

A cosa vi siete ispirati insieme a Davide per crearla?

L’idea alla base è di Davide, che si è ispirato ai classici shonen scolastici, inserendo però un tocco di romanticismo che dona alla trama un sapore particolare. Come leggerete nel volume 2 di Issho, anche i diavoli che apparentemente sembrano più malvagi in realtà hanno delle ferite da guarire.

Manga Issho volume 2
Manga Issho di Star Comics volume 2

Hai già pubblicato dei manga in passato, ma com’è stata per te affrontare questa nuova esperienza con Manga Issho, ci sono state delle differenze o dei modi di lavorare inaspettati rispetto a quello a cui eri abituato?

Fino a quel momento avevo sempre lavorato su volumi completi da 200 pagine, o su one-shot con molto spazio a disposizione, quindi confrontarmi con una storia autoconclusiva di sole 20 è stata una bella sfida. Il difficile è riuscire a raccontare qualcosa di completo in così poco spazio, lasciando comunque qualcosa al lettore. Nelle serie lunghe puoi permetterti di dilatare la narrazione, costruire gli archi narrativi seguendo i classici 4 tempi giapponesi. In Manga Issho, invece, devi trovare subito il cuore della storia. C’è poco spazio, ma tante storie da raccontare!

Hai altri progetti in cantiere per il futuro?

Assolutamente sì! Tornerò nei prossimi due volumi di Manga Issho con una storia divisa in due capitoli, e nel frattempo sto lavorando a progetti importanti tra cui l’adattamento manga di The Mandalorian. Ho anche diverse idee originali nel cassetto che spero di realizzare nei prossimi anni.

Da insegnante veterano della Lucca Manga School come pensi siano cambiate le nuove generazioni di studenti rispetto a quando eri tu a studiare le tecniche di disegno manga?

La differenza con oggi è enorme. Quando ho cominciato, nel 2010, imparare a fare manga era un’impresa difficile: le informazioni erano poche, spesso solo in giapponese. Anche se esistevano già delle scuole, che ho frequentato per avere una formazione completa, il mondo del manga in Italia (e non solo) non era ancora così connesso.
Oggi è tutto più accessibile: online trovi tutorial, interviste, corsi personalizzabili da fare comodamente da casa, e puoi perfino seguire i tuoi autori preferiti sui social e, con un po’ di fortuna, parlarci direttamente! E poi ci sono realtà incredibili come Lucca Manga School, che offrono una formazione professionale, concreta e in contatto diretto con il mondo editoriale.
Insomma, oggi chi vuole imparare ha davvero tutto il necessario. Serve solo voglia di mettersi in gioco e accettare di sbatterci la testa più volte.

Pensi che il Global Manga diventerà sempre più importante nel prossimo futuro?

Spero proprio di sì. “Radiant” di Tony Valente ha aperto la strada, dimostrando che un manga creato in Europa può farsi notare anche in Giappone e nel resto del mondo. E negli ultimi anni qualcosa si è mosso davvero: l’Europa è sempre più unita, con tanti autori che vogliono raccontare storie nuove usando gli strumenti e il linguaggio del manga. Ormai il mondo del manga, soprattutto quello giapponese, è talmente ricco e vasto che sembra che tutto sia già stato raccontato. Ed è proprio per questo che adesso possiamo essere noi ad aggiungere qualcosa di nuovo, parlando di ciò che ci appartiene e della nostra cultura utilizzando, appunto, i canoni del manga.
La scena internazionale del manga è viva, concreta, e ha tantissimo da offrire.

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