Nel percorso di un aspirante mangaka o illustratore, il portfolio rappresenta molto più di una semplice raccolta di immagini: è la carta d’identità artistica che racconta chi siamo, cosa sappiamo fare e come siamo cresciuti nel tempo. Quando si parla di portfolio review è inevitabile pensare a un vero e proprio colloquio di lavoro. L’obiettivo dell’artista è mostrare il meglio del proprio repertorio, mentre chi siede di fronte, sia esso un rappresentante di una casa editrice o un insegnante, giudica non soltanto la qualità dei disegni, ma anche la nostra professionalità e capacità di comunicare un’idea.
Cos’è un portfolio e perché è fondamentale
Un portfolio può esistere in formato digitale o cartaceo, ma ciò che conta è la cura: una copertina o una slide iniziale con nome, contatti e breve bio, seguita da una sinossi che in poche righe spiega il concept del progetto. A questa introduzione, devono far seguito esempi di tavole narrative – preferibilmente 10–15 pagine consecutive o selezionate con criterio – character design e, se disponibili, bozze dei primi capitoli. È importante datarle tutte, perché indicare anno e stagione di realizzazione aiuta a comprendere la nostra evoluzione artistica. La prestazione complessiva è esattamente come un curriculum: deve essere ordinata, coerente e immediatamente leggibile.
All’appuntamento, è consigliabile arrivare con il portfolio già ordinato, stampato su carta di buona qualità o caricato su un tablet con file PDF ottimizzati: il classico foglio spiegazzato o l’immagine su schermo piccolo rischiano di distrarre l’interlocutore. Non serve un abito elegante, ma un look pulito e curato comunica rispetto per il lavoro altrui.

Al primo “Buongiorno”, è bene spiegare brevemente chi siamo e perché abbiamo scelto proprio quella casa editrice o scuola, dimostrando di averne studiato la linea editoriale. Evitate frasi smielate come “ho sempre sognato di fare un fumetto con voi da tutta la vita“: spesso mancano di credibilità. Siate invece onesti e, magari, esprimete come la vostra idea per una storia si allinei perfettamente con la linea editoriale della casa editrice.
Durante la review, l’ascolto attivo è prezioso: quando il vostro interlocutore offre un suggerimento, ringraziate e annotate subito, invece di entrare in difensiva. Anche se il vostro interlocutore appare stanco o brusco – i professionisti che valutano decine di portfolio in fiera sono spesso sotto pressione – non prendetela sul personale. Il vero valore di una portfolio review risiede nei feedback costruttivi: un’opportunità per capire quali sono i punti di forza del vostro stile e dove serve affinare tecnica o storytelling.
Cosa evitare per non compromettere la prima impressione
Ci sono errori che fanno subito perdere credibilità. Prima di tutto, non presentate il portfolio dal vostro smartphone senza preavviso: un display piccolo e notifiche in background spostano l’attenzione dal vostro lavoro al dispositivo. Meglio un tablet o stampe professionali. Allo stesso modo, non inserite dei vostri disegni tanto per far numero giustificandovi che ad esempio uno era vecchio o solo un prototipo. Se non siete convinti nemmeno voi di un vostro lavoro perché dovrebbe convincere il vostro interlocutore? Semplicemente escludetelo dal vostro portfolio. Inoltre, non sminuitevi da soli mentre chi vi sta facendo la portfolio review analizza i vostri lavori, lo confonderete e basta. Tutti questi sembreranno consigli superflui, ma vi assicuriamo che lo abbiamo visto accadere dal vivo.

Un altro errore frequente è arrivare impreparati sul target: proporre un manga d’azione a un editore che punta su opere shoujo o slice‑of‑life dimostra superficialità e scarso rispetto per il lavoro altrui. Prima della review, informatevi sulle pubblicazioni e i generi preferiti della casa editrice o della scuola che vi ospita. Infine, non sottovalutate il tempo a disposizione: nelle fiere spesso si hanno pochi minuti per ogni candidato. Scegliete quindi con cura 10–15 pagine rappresentative, piuttosto che inondare l’interlocutore con un volume intero. Un concept forte emerge meglio da una selezione ragionata, mentre un eccesso di materiale rischia di farvi apparire poco focalizzati.
Non abbattetevi infine se la portfolio review non va a buon fine, come i colloqui di lavoro non si può essere perfetti al primo tentativo. Prendetela come un’occasione per crescere come artista, finché il dialogo è costruttivo e fatto da figure professionali fate tesoro prezioso dei consigli ricevuti per migliorare il vostro portfolio e prepararvi al meglio per il prossimo incontro.