Maria Vannucchi

Quattro chiacchiere con gli insegnanti di Lucca Manga School

Maria Vannucchi Wish, insegnante di Lucca Manga School

Chi sei? Quali corsi fai a Lucca Manga School? Presenta in breve te stessa e il tuo lavoro.

Sono Wish, insegnante, coach artistico, editor e webtoon artist. Sono parte di quella “Generazione Goldrake” che negli anni ’80 ha visto l’arrivo di anime e manga in Italia.

Sono stata pioniera in Italia nell’insegnamento del Manga, che ho studiato presso una scuola professionale a Tokyo sotto la guida del Sensei Matsuda, e poi del Manga digitale all’inizio degli anni 2000, e infine del Webtoon, che ho imparato a distanza da fonti coreane.


A Lucca Manga School mi occupo principalmente di sceneggiatura e namenote, webtoon, manga digitale, e seguo i ragazzi del secondo anno biennale che si preparano all’esame finale e al professionismo.

Hai un nome d’arte? Se sì, ci spieghi da cosa ha avuto origine?

Ho un nome d’arte e viene dai giochi di ruolo. È l’incantesimo che permette di fare praticamente qualsiasi cosa. Ho cominciato a usarlo casualmente per firmare i miei disegni, quando ancora giocavo abitualmente.

Ormai però lo sento più mio del mio nome, perché rispecchia la caratteristica più rilevante della mia personalità: la perseveranza tenace che porta a compimento obiettivi difficili o “impossibili”. E in qualche modo, mi ha portato fortuna.

“Wish is the mightiest spell a mortal creature can cast. By simply speaking aloud, you can alter the very foundations of reality in accord with your desires.” (Dalla D&D 5th edition)

Da quanto tempo disegni? E da quanto tempo hai iniziato a disegnare Manga nello specifico?

Disegno, o meglio pasticcio sui fogli, da quando ho ricordi. Il manga è stato il mio primo amore. Avevo tre anni quando ho visto per la prima volta Goldrake in TV, e di quel momento ho un ricordo nitidissimo. Seguivo le immagini in TV e pensavo “è bellissimo, voglio farlo anch’io!”. E così ho fatto.


Lo studio serio e sistematico del Manga è tutt’altra cosa, e ho iniziato a interessarmi all’argomento studiando da autodidatta su testi giapponesi nei primi anni 2000, quando ancora vivevo in Francia. Nel 2005 sono partita per Tokyo per studiare presso una scuola professionale, con un obiettivo preciso: tornare in patria, e insegnare a tutti quelli che come me volevano imparare.

In quello stesso periodo ho avuto i primi contatti col Manga digitale e il Webtoon, ma il mio studio serio e sistematico di Clip Studio è iniziato nel 2014, quando, per le circostanze, mi sono trovata davanti a un bivio: smettere di disegnare o imparare a servirmi della tecnologia. Ho scelto la seconda, e siccome non mi piace fare le cose a metà, ho deciso di diventare esperta nella materia. In quello stesso periodo ho iniziato a interessarmi anche al fenomeno Webtoon, studiandolo ancora una volta direttamente dalla cultura in cui è nato.

Quali sono i tuoi autori di riferimento?

Per il Manga, Clamp, Yana Toboso, Hiromu Arakawa, Jun Mochizuki

Per il Chara design, Nono Kanako di cui amo particolarmente lo stile per il bilanciamento fantastico fra realismo e sintesi.
Per il Webtoon, le mie principali artiste di riferimento sono due grandissime artiste di questo media: Ina (The Abandoned Empress) e O-nl44 (The Tyrant’s Only Perfumer)

Qual è stato il primissimo manga che hai letto? Ne stai leggendo attualmente? Qual è stato l’ultimo?

Il mio “primo manga” in assoluto è difficilissimo da definire… negli anni 80 c’erano in realtà manga riadattati e pubblicati su riviste per bambini, e credo che sia stato Candy Candy, o Lady Love.

Attualmente leggo costantemente manga come parte della mia routine di lavoro, ma seguo anche molte serie webtoon occupandomi anche di quello.

L’ultimo manga che ho letto, di recentissimo, è uno shojo e si intitola “An incurable case of love”. L’ultimo webtoon in ordine di tempo è “The red knight seeks no reward”

Facci un elenco dei tuoi 10 manga preferiti di sempre

  • Atom
  • Fullmetal Alchemist
  • Rayearth
  • Utena
  • Versailles no Bara
  • Cardcaptor Sakura
  • Sailormoon
  • The Abandoned Empress (webtoon)
  • Escaflowne (anime)
  • Prince of Stride

Quali pensi che siano i tuoi punti di forza come disegnatrice?

Io mi ritengo più un’autrice che una disegnatrice. Ho imparato a disegnare solo perché amo raccontare storie, non riesco a fare le due cose separate l’una dall’altra. Disegnare per me è principalmente un mezzo per raccontare un mondo. Come punti di forza direi il bagaglio teorico, l’inventiva, l’organizzazione della pagina e della struttura della trama, la curiosità per tutto quello che è nuovo e avanguardista, e un uso molto spregiudicato della tecnologia.

Digitale o classico? Quale approccio hai verso entrambi?

Detto da me è molto strano, perché nei miei primi anni di manga ero un’irriducibile del pennino e carta o nulla ma… digitale!!

La mia prima impressione di Clip Studio Paint è stata più o meno la sensazione di trovarmi ai comandi di un’astronave marziana. Ricordo di aver pensato: “E’ troppo complicato, è impossibile che riesca a imparare tutti questi comandi!”. Fa un po’ ridere ripensarci oggi che disegno in full digital dalla concept art al disegno finito, l’iPad è praticamente un’estensione della mia mano, e Clip Studio il mio capo assistente!

Del digitale amo moltissimo la velocità, la portabilità, la pulizia, il fatto di avere tutto uno studio di manga in pochi grammi nella mia borsa, e l’inclusività, cioè il fatto di permettere di praticare il manga anche a persone che in tradizionale avrebbero maggiori difficoltà, pensiamo ad esempio a condizioni fisiche congenite o acquisite che compromettono gli skill motori fini. Come ho scritto in precedenza, faccio larghissimo uso della tecnologia, amo molto tutte le potenzialità del software e cerco di sfruttarle al massimo.

Comunque disegno ancora in tradizionale per allenamento, o con i Copic e gli inchiostri colorati per puro divertimento.

Qual è il tuo genere di Manga preferito? Ne hai uno o più di uno?

Mi piacciono le storie d’amore con eroine forti e determinate, il fantasy, gli intrighi di corte, i manga sportivi, e quel tipo di storie che mescolano robottoni potenti a drammi sentimentali/familiari/umani.

Il personaggio manga che ti rispecchia di più!

In generale, tutti quei personaggi resilienti, che partono da una condizione di grande svantaggio rispetto a quello che vogliono fare, ma compensano questo svantaggio con una grande determinazione e forza di volontà. Onoda di Yowamushi Pedal e Hinata di Haikyuu sono i primi che mi vengono in mente, perché riflettono anche un altro aspetto di me molto sentito, che è quello che mi ha spinta a voler essere prima di tutto insegnante: il desiderio bruciante che avevo da bambina e adolescente di essere parte di una squadra, di condividere la mia più grande passione con dei pari che la potessero capire.
E sicuramente Candy Candy, perché sì, è vero che piangeva – piangere è umano, ragazzi, non è un segno di debolezza! – ma poi si rialzava e non si perdeva mai d’animo qualsiasi cosa le capitasse.

Dove ti troviamo?

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