Daniele Rudoni

Quattro chiacchiere con gli insegnanti di Lucca Manga School

Lucca Manga School

Chi sei? Quali corsi fai a Lucca Manga School? Presenta in breve te stesso e il tuo lavoro.

Sono Daniele e sono un fumettista.
Questo vuol dire che la mia passione è raccontare storie tramite i miei disegni e le mie tavole. Vuol dire anche che il fumetto è il lavoro che mi ha permesso di guadagnarmi da vivere negli ultimi 20 anni (sì, ho una certa, ma vi assicuro che dal vivo dimostro 10 anni in meno!!).

Presso Lucca Manga School, oltre ai corsi online Manga Artist e Sceneggiatura, seguo i ragazzi del corsi biennali di Lucca Manga Academy: al primo anno con i moduli di anatomia, name e prospettiva; al secondo anno accompagnandoli lungo tutto il percorso che li porta a creare una loro storia Manga, da presentare alla fine ad un editore.
Insegno anche storytelling, preproduzione e scrittura creativa presso NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.

E siccome il lavoro è solo una parte di chi sono, eccovi altri dettagli inutilissimi sulla mia vita!
1- Adoro i gatti. Detesto i cani. Insomma, fra i due preferisco chi prende le mie coccole con dignità, piuttosto che chi mi sbava addosso tutto il giorno. Dammi tregua, cane! (e non abbaiare che mi dà fastidio)
2- Adoro il rock, il metal e la musica super power. Però ho anche un’anima gentile a cui piace il pop italiano e il country. Vai a sapere…
2- Adoro la montagna. Ma anche il mare. E la campagna. In realtà adoro star fuori all’aria aperta, motivo per cui non riesco tanto a spiegarmi perché abbia deciso di diventare un fumettista, incatenato alla sua scrivania giorno e notte. Vai a sapere…

Hai un nome d’arte? Se sì, ci spieghi da cosa ha avuto origine?

Il mio nome d’arte, ecco… non penso si possa definire in questo modo, perché di artistico ha ben poco. Ma d’altra parte (offtopic) non amo la parola arte correlata ai miei disegni, mi pare un po’ troppo pretenziosa. Io faccio fumetti, i fumetti sono intrattenimento e non mi va di mascherare questo fatto dandomi l’appellativo di artista. Che poi l’appellativo di artista dovrebbero dartelo gli altri, se proprio vogliamo vedere!

Forse è per questo che il mio “nome d’arte” è più un nickname che deriva da un ”incidente” non proprio eccezionale che mi è capitato quando ero un bambino.

Chi di voi conosce la dolce paffuta cagnolina rosa chiamata Poochie?
Penso pochissimi, perché era un brand degli anni ’80 che se gli date un occhio veloce vi può sembrare di un cringe che la metà basta. Bene, nel gruppo che frequentavo da bambino, una bimbetta (megera) decise che io assomigliavo al tizio che nella pubblicità di Poochie ispezionava la borsettina rosa ad una sua compagna e ci trovava dentro ogni sorta di cose: timbrini coccolosi, segnalibri, ecc.
Non solo lo decise, ma lo gridò anche ai quattro venti, trasformandomi da quel momento in poi ne “IL PUCI” (scritto all’italiana)
Niente, da allora ho deciso che questo soprannome, legato ad un periodo magicamente assurdo della mia vita, diventasse il mio “nome d’arte”.
Essenzialmente così, solo per prendermi gioco dei nomi d’arte.

Da quanto tempo disegni? E da quanto tempo hai iniziato a disegnare Manga nello specifico?

Disegno da quando ho memoria.
Sembra una frase fatta, ma ho disegni dell’asilo che provano che già a 4 anni ero un mecha designer. Un giorno forse ve li farò vedere. Durante le scuole medie però è cambiato qualcosa: disegnavo sempre, in classe, a casa. E essenzialmente copiavo. E non ero contento.
Ok, mi dava soddisfazione copiare i disegni di altri, ma quando vedevo le storie a fumetti sui giornali che mi piacevano tanto, mi domandavo come facesse quella gente a disegnare così bene senza copiare…

Il momento preciso in cui ho avuto la folgorazione è stato molto tardi, a 26 anni. Leggevo un fumetto e mi sono detto: “Io voglio fare questo”. E ho smesso di fare tutto il resto.
C’è gente che sostiene che c’è sempre bisogno di un paracadute, di un piano B, di un’uscita di emergenza. Per me non è così: solo gettandomi senza paracadute ho potuto dare il massimo. Non mi sono mai guardato indietro e non ho mai rimpianto nulla.

Il manga è arrivato tardi nella mia carriera. È stato buffo: quando mi sono chiesto, onestamente, quali erano i fumetti che mi erano piaciuti di più di tutti quelli che avevo letto nella mia vita, mi sono risposto con 3 titoli. Erano tutti manga.
Era il 2017 e ho deciso di cambiare rotta e passare dal fumetto occidentale al manga, dedicandomi solo alle cose che mi piacevano di più, senza domandarmi se fossero difficili, se mi avrebbero procurato del lavoro o se sarei riuscito a viverci. Non era importante e non lo è nemmeno ora. In fondo, mi piace buttarmi senza paracadute!

Da allora ho realizzato 5 tankobon da 180 pagine l’uno, ho fatto un manga indipendente e uno presso la casa editrice Mangasenpai, e sono serializzato sulla più bella rivista manga italiana.
Mangio regolarmente e dormo come un sasso, quindi direi che ha funzionato!

Quali sono i tuoi autori di riferimento?

Variano di volta in volta.

Per il mio manga indipendente RPR – Rock’n’Punch Riders ho preso tanto da autori come Yuki Yogo (Wolf Guy), Haro Aso (Alice in Borderland), Double:S (Until Death Do Us Part) e Park Jin-huan (The Breaker).

Per King of Balls invece la mia fonte principale di ispirazione è stata Boichi (Dr.Stone).

Ma mi innamoro di un autore diverso ogni giorno e una delle cose che amo fare è riuscire a capire come fanno le cose, quali ragionamenti ci sono dietro le scelte stilistiche che fanno.
E come se questi ragionamenti mi avvicinassero a loro ed è come se gli parlassi. Gli chiedo: “Allora, è così che hai fatto?” e loro mi spiegano “No, guarda, ho fatto così”. “Ohh, capisco!”

A volte dialoghiamo per mesi, in questo modo!

Qual è stato il primissimo manga che hai letto? Ne stai leggendo attualmente? Qual è stato l’ultimo?

Il primissimo manga che ho letto ha condizionato la mia vita e i miei gusti. Era uno shonen romantico di Masakazu Katsura. Il titolo era DNA².
Non avevo mai letto un fumetto del genere e mi ha aperto come una cozza. Ho sentito fortissimo il bisogno di leggere di più, di immergermi in questo universo che mi era appena stato aperto davanti. So che tutti voi appassionati di manga sapete di cosa sto parlando. A tutti è successo proprio così.

Adesso sto seguendo parecchie serie: Rent a Girlfriend, Savage Season, Chainsaw Man, Ariadne in the Blue Sky, Blue Lock, Zombie 100 e altri. Questi che ho nominato continuano ad aprirmi come una cozza, quindi la sensazione dell’inizio non è cambiata per nulla e questo è bellissimo.

Facci un elenco dei tuoi 10 manga preferiti di sempre

DNA²
Dragonball
Video Girl AI
Slam Dunk
Vagabond
Berserk
Bastard!!
Akira
Devilman
Ashita no Joe

Quali pensi che siano i tuoi punti di forza come disegnatore?

Il primo non riguarda il disegno. Non dimentichiamoci che per saper fare fumetto, saper disegnare è solo metà dell’opera!
Quello che so fare bene è raccontare una storia tramite il disegno. Lo so fare, e se anche non ti piace il genere o lo stile del disegno, andrai avanti e non ti peserà finire il volume. Ho studiato tantissimo le relazioni che esistono fra una vignetta e l’altra e il linguaggio segreto del fumetto.

Poi ho accumulato una serie di conoscenze sull’anatomia umana e la morfologia esterna del corpo umano, di cui so parecchie cose. So di sapere più cose sull’anatomia umana della metà dei mangaka che lavorano in Giappone.
L’altra metà però mi pialla! (Boichi, ti chiedo perdonooh!)

Un’altra cosa che so di poter fare è adattare il mio stile al progetto che sto disegnando. Non ho uno stile unico, ma mi piace cambiarlo a seconda della storia che sto raccontando. E secondo me questo è un grande punto di forza, perché permette a ciascun progetto di liberare tutta la sua potenza. Di liberarlo dalla mia presenza ossessiva (IO disegno così, IO faccio così) e di renderlo vostro, dei lettori, più che mio.

Digitale o classico? Quale approccio hai verso entrambi?

Ho iniziato a disegnare con matita e china tanti anni fa e ancora penso che non ci sia uno strumento più versatile e divertente da usare della matita. HB, rigorosamente senza l’uso della gomma.
Ancora disegno il name dei miei manga a mano, utilizzando sempre le stesse matite Staedtler blu con la capocchia nera (le migliori) e i fogli da fotocopia da 80g/m².

Quando ho scoperto il digitale, ho scoperto di poter elevare il mio disegno a vette che prima consideravo irraggiungibili dando più tecnica e più qualità al mio lavoro.
Ho utilizzato i software di disegno fin dall’inizio della mia carriera, colorando migliaia di tavole con Photoshop, software che era pensato per fare tutt’altro. Ma con l’arrivo di Clip Studio Paint ho trasferito tutto il mio processo lavorativo in digitale, ad eccezione del name e degli schizzi.
Ci sono cose eccezionali del digitale e irriproducibili con strumenti tradizionali, che mi permettono di risparmiare tempo e di disegnare meglio.

Qual è il tuo genere di Manga preferito? Ne hai uno o più di uno?

Più di uno, ovviamente!

Ma il genere che per sempre rimarrà nel mio cuore, che più di tutti mi ha conquistato e continua a conquistarmi oggi è il genere scolastico/romantico. È un genere che non esisteva prima del manga, qui da noi, e che invece il manga giapponese è riuscito a far diventare uno dei più coinvolgenti e divertenti in assoluto.

Adoro le situazioni da commedia degli equivoci, quelle assurde che fanno ridere però sono anche un po’ piccanti, ma tutto condito con l’innocenza e la potenza e la magia dei tempi della scuola.

Il personaggio manga che ti rispecchia di più!

Moyuru Honoo Sensei di Manga Bomber, del geniale autore Kazuhiko Shimamoto.

Honoo è un mangaka professionista, la cui passione per la creazione di manga è senza pari. I colleghi lo chiamano pennino di fuoco, e a regione! Quando disegna sembra che dalla sua penna sprizzino fuori vampe di fuoco sacro. È un ardente fumettista, eppure è anche un fumettista qualsiasi, uno come tanti altri.

Vorrei finire l’intervista con una sua citazione, che è quella che ripeto ai miei studenti di tanto in tanto:

In tutte le professioni si rischia la vita! Ascoltami! Mentre ce ne stiamo qui a chiacchierare, il tempo continua a scorrere inesorabile… e il tempo che scorre è la tua stessa vita! La mia stessa vita!

Noi dobbiamo infilare questo tempo prezioso, cioè le nostre vite, dentro le tavole che disegnamo!”

Dove ti troviamo?

https://beacons.page/ilpuci